sabato 30 agosto 2008

Canarini e accessori

Entrai
Voglio un canarino
Uno?
Uno due
voglio canarini
che cantino
Scelga
Nelle gabbie cantavano
tutt'assieme
ognuno il proprio verso
la scelta era difficile
Quand'entrai i canti
s'alzarono al soffitto
in alto vidi una gabbiata
con tanti canarini impennati
E quelli?
Sono nostrani
dei nostri boschi
vivono assieme
E cantano?
Poco
se non hanno verde attorno
anzi muoiono per niente
un giorno di nebbia e vanno
E questi?
Questi cantan sempre
Sempre?
Sono bestie
cantano se vogliono
giorni e ore preferite
Col sole, vero?
Anche
a due a due o soli
questi cantan sempre
sole nebbia pioggia o vento
cantan sempre
Strano
Pare abbian perso l'orientamento
van dentro e fuori
si sgolano per niente
o tacciono per ore
Sono richiesti?
Certo
con questi si guadagna bene
s'adattano ai rumori
e agli accoppiamenti
son duri a morire
e non soffrono per il bosco
son d'allevamento
e per città van bene
Senta
abito al sesto piano
vivo con la mamma sola
ne voglio uno
che canti quand'ho bisogno
capisce? uno che spii
dentro la malinconia
quando piove per esempio
o troppo chiaro è il cielo
di notte quando veglio
e l'anima mi va via
Uno che sappia
Prenda un nostrano
dei nostri boschi su quelli giuro
nel bosco con la luna
ti piangono in gola
al sesto piano non so
non assicuro
Potrei provare
invento un bosco
in casa con la luna
e sul balcone una tenda
verde a fiori gialli rossi
e attorno vasi di frasconi
Provi ma perde tempo
in pochi giorni
nel bosco finto
vanno
è affare per nessuno
Prenda questi d'allevamento
cantan sempre
perfin di notte se vogliono
Ho bisogno
uno che sappia
quando canta
e mi capisca
Allora prenda quelli
dei nostri boschi
e se li porti fuori
Dovrei cambiare casa
vede? tornare alla campagna
io e la mamma
Ho qui il lavoro
il pane
a due passi il mercato rionale
Scelga dunque quel che vuole
Voglio un canarino
che canti il mattino
e la notte quando veglio
uno che mi capisca
Senta
commercio in canarini e accessori
veda lei si decida e poi torni
II venditore si pulì le mani
Uscii
con la testa assordata
dai trillami
non distinguevo più
nostrani e allevati
portarli fuori
forse
a uno a uno
sulle siepi
nel bosco
di notte
con la luna
e sceglierlo
nel silenzio
uno che sappia
e mi capisca

Ricorsi storici

1945 Piazzale 25 aprile
1948 Piazza 25 aprile
1953 Viale 25 aprile
1956 Via 25 aprile
1958 Foro 25 aprile
1963 Via Privata 25 aprile
1965 Calle 25 aprile
1968 Carrugio 25 aprile
1970 Vicolo cieco 25 aprile
1972 Scarico immondizie 25 aprile
1976 Fognature 25 aprile

1980 Gran Piazzale della Libertà...

Il tempo libero

È aperta la caccia
l'industria produce salmì di cittadini
con fegatini di ex ministri
cani e padroni annusano i giornali
va mica male — fra morti e feriti
nemmeno un industriale
Gli operai stanno elaborando
la propria fine guadagnandosi il 50 % di cottimo
« Un morto e un ferito per un fagiano conteso »
« Compratevi un ' FRANCHI ' servirà anche ai
[vostri figli »
Sotto la propaganda del giornale c'era la notizia
di un Poeta morto per una crepa al cuore
Uno fra gli operai legge la notizia nel cesso
sul ritaglio di giornale
' Un Poeta morto di crepacuore per aver visto
alla televisione i disastri di un ciclone ' — che fesso —
commenta accucciato l'operaio
Deve rileggere la notizia più volte
spingendo sempre più forte — nel cesso — unico posto
disponibile per il suo tempo libero

La mia gente

Ho guardato in faccia alla mia gente
c'è poco da sperare — si amano l'un l'altro
si leccano i peli — si parlano in italiano
dormono su materassi di gommapiuma —
Non se ne farà niente per molto tempo
Avanti voi con le idee chiare
Fate la rivoluzione anche per noi
Che dirvi? Amiamo la giustizia —
il Padreterno — la democrazia
Ho guardato dentro alla mia gente
c'è poco da sperare — si odiano l'un l'altro
si rubano il posto — si scambiano le mogli
si fregano ridendo la tomba al cimitero —
Non se ne farà niente per molto tempo
Avanti voi con le idee chiare
Fate la rivoluzione anche per noi
Che dirvi? Siamo per l'ingiustizia —
contro il Padreterno — abbasso la democrazia
Ho guardato oltre la mia gente
c'è poco da sperare — non cambia niente

Amante

La mia pietà
è per i fratelli
che s'ammazzano
a commerciare
Amo invece le donne
ingannate
i bimbi nati
i matti
i bonzi giovani
I falsigiuda
piccoli borghesi
gli sbafatori
di idee
non mi tormentano
Crudele
son con me stesso
se vedo e taccio
o peggio
tocco e carezzo
uomo che truffa uomo
con sante idee
e pura intelligenza

giovedì 28 agosto 2008

Quartiere

Vennero i tecnici sul posto
con gli strumenti e la pipa
Cercarono manovali per i picchetti
Tracciarono i limiti esterni
del nuovo quartiere popolare
Poi arrivarono i cartelli
dell'impresa da inchiodare
sui pali del Comune
II sindaco stilò una pergamena
da posare nella prima pietra
coi nomi di tutti i consiglieri
(minoranza e parroco compresi chiusi in un tubo di
cartone tenuto stretto in mano dal segretario arrivato
sul posto vent'anni prima)
Molto tardi ma in tempo
arrivarono in linea di
guadagno i proprietari
della terra del sole
dell'aria dell'acqua
Camminarono svelti fra
l'erbetta spaventando
le ranette del Signore
seguiti dai tecnici e dai pipa
Quando furono al centro del tracciato
il più nero fra i vestiti a festa
alzò un dito
I tecnici alzarono la mano — i manovali piantarono i
picchetti
Due anni dopo ci fu l'inaugurazione
Impresa sindaco minoranza e parroco
ricevettero applausi e una copia
del bilancio con le somme a pareggio